Breve storia del vino in Toscana

12/05/2017bottegheria
storia del vino in toscana

La storia del vino in Toscana risale addirittura a prima degli Etruschi e arrivò fino qui grazie all’influenza della civiltà greca. Di quei tempi non sono rimaste purtroppo molte testimonianze archeologiche, né tanto meno letterarie, che ci raccontino qualcosa di più preciso degli Etruschi e della loro viticoltura.

Storia del vino in Toscana: i Romani

Del vino al tempo dei Romani invece sono rimaste non solo le testimonianze letterarie, ma anche quelle archeologiche. Si pensi ad esempio ai resti di acini rinvenuti nel cantiere delle navi romane a Pisa.
I romani hanno ripreso, come d’altronde in molto altri ambiti, le tecniche di vinificazione degli Etruschi, facendole proprie e portando il vino ad essere una bevanda diffusa e apprezzata da molti.

Nel Medioevo anche il vino ebbe i suoi tempi bui con un notevole abbandono delle vigne. Furono soprattutto gli ordini monastici a riprendere la coltivazione della vite nell’Alto Medioevo. I monasteri sono nei secoli non solo, grazie alle loro biblioteche, luoghi della memoria, ma anche i luoghi principali dove sono state conservate e innovate le tradizioni: si pensi solo a quante birre portano il nome di santi!

Il vino in Toscana: la svolta del Rinascimento

Non dimentichiamoci che il vino per secoli è stato, prima che una bevanda di piacere, un vero e proprio alimento, tanto da essere prescritto nella razione alimentare giornaliera di uomini, donne e bambini, addirittura negli orfanotrofi. Il vino offriva un contributo nutritivo molto importante nella povera dieta del popolo.

La storia del vino in Toscana riceve una codificazione nel Rinascimento, grazie al decreto di Cosimo III de’ Medici, Granduca di Toscana. Il decreto di Cosimo pone a tutti gli effetti le basi delle denominazioni di origine DOC in vigore tutt’oggi.
Il decreto di Cosimo III delimita le aree, i confini e le regole per i vini toscani Chianti, Pomino, Carmignano e Valdarno di Sopra. Infine, sempre nello stesso secolo, viene pubblicato il primo trattato sull’enologia toscana ad opera di Cosimo Villafranchi.

decreto 500

Il novecento

A cavallo tra ‘800 e ‘900 è grazie al famoso vino Chianti che la Toscana supera meglio di altre regioni italiane i danni delle epidemie (fillossera) che colpirono le vigne italiane.

La storia del vino nel ‘900 è segnata anche in Toscana dalla nascita dell’enologia. Se prima il vino veniva fatto un po’ a caso, dalla seconda metà del Novecento il lavoro in vigna e in cantina diventa oggetto di regole ben precise. Soprattutto in cantina avviene il cambiamento principale, allorché si decide di prestare particolare attenzione alle temperature durante le fasi di vinificazione. Le maggiori attenzioni alla qualità del vino, che viene prodotto sempre più seguendo delle regole di base ben precise, porta ad avere un prodotto finale standard adatto alla vasta commercializzazione. Sulle basi gettate dall’enologia nella seconda metà del Novecento si costruisce la viticoltura contemporanea.

botti vino toscana

La Toscana è diventata una elle regione italiane produttrici di vino più rinomate al mondo. Etichette come il Brunello di Montalcino, il Chianti o il Sassicaia sono ormai nomi che circolano sulle carte del vino di ristoranti in tutto il mondo.
Negli ultimi anni si è assistito anche in Toscana all’affermarsi di tendenze nuove, come la viticoltura biologica e biodinamica.

Un’altra tendenza che si osserva in Toscana è la vinificazione in anfora. Invece dell’acciaio o del legno, alcuni produttori hanno deciso di recuperare l’anfora di terracotta per produrre i loro vini. Il vantaggio dell’anfora consisterebbe nel suo essere una via di mezzo tra l’inerte acciaio e un materiale estremamente vivo come il legno. L’anfora in terracotta è un contenitore che permetterebbe un migliore isolamento termico e un’ossigenazione inferiore rispetto alla barrique.

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